Mio fratello e Nicola stavano dentro la Fiat 128 gialla a fumare. Io sono arrivato in bici e mi hanno fatto cenno di avvicinarmi. Ho infilato la testa nell’abitacolo. Avevano un piccolo registratore. Nicola ha premuto play e ho sentito gridolini, risate e fiatoni. Oh, oh, ah.
- Chi sono? - Ho chiesto.
- Io e tua cugina Silvana - ha risposto Nicola.
Mi fratello ha iniziato a ridere come se fossero in sette a fargli il solletico. Silvana era uguale a Katiuscia dei fotoromanzi. Talmente bella che se la sera m’immaginavo d’averla vicino non riuscivo più a dormire. E i due vermi schifosi ridevano buttando indietro la testa e dandosi di gomito.
Una settimana dopo mio fratello mi ha detto che in quella cassetta c’era davvero Nicola, ma era stato lui a fare i gridolini, non Silvana.
Gli ho sputato in faccia e lui mi ha picchiato. Non m’importava delle botte. Non m’importava più di niente, purtroppo avevo già detto a Silvana quel che pensavo di lei: era solo una gran vacca, come quelle dei fotoromanzi.
Racconto in 1.000 caratteri pubblicato nell’antologia Miniracconti Bellunesi, Insolita Storia Pop Bar, Belluno 2013