"Questa antologia racconta di chi siamo figli e figlie, di quale Novecento. E quale
montagna è nostra madre."
Dall'introduzione di Antonio G. Bortoluzzi
"In questa antologia credo ci sia un paesaggio che oltre a prati, torrenti, alberi, case, stalle, strade, animali, montagne, cielo, nuvole e altri elementi fisici è costituito di tempo trascorso. Questo tempo trattiene delle esistenze, delle persone che ho conosciuto, concui ho vissuto e che non posso scordare: donne, uomini, ragazzi, bambine, vecchi che erano e sono una civiltà montana che ha portato fino a noi le sementi dello stare insieme a cantare, a dire, a raccontare. Come lo siamo stati in una caverna, attorno a un fuoco, in una stalla, in un cortìvo. E così il solitarismo alla moda che non ci porta nessuna libertà degna di questo nome; la rimozione dell’anima femminile della montagna; quella cesura tra mondo contadino millenario e realtà post industriale che abbiamo vissuto, sono i venti gelidi che ci hanno impaurito e reso fragili.
Ora possiamo ricominciare provando a coltivare ciò che non è ancora perduto per sempre: l’appartenenza a una comunità, un modo di stare insieme basato sul fare, sul lavoro, sulla fiducia, sulla cura di ciò che è rimasto ancora integro: la natura e la biodiversità, l’acqua e gli spazi aperti, il giardino prezioso e unico che è la montagna degli uomini e delle donne che hanno a cuore un luogo come fosse parte del loro stesso corpo.
Credo sia questa comunità il divenire di cui abbiamo bisogno, come il bacio di un vecchio che ci indica un destino e insieme ci augura una nuova primavera."
La critica
Bortoluzzi ci regala quadri di vivace immediatezza usando magistralmente parole semplici, chiare, dirette che si fanno poesia per trasmettere suggestioni, per donare vere emozioni.
Giuria Premio Gambrinus – Giuseppe Mazzotti, Montagna: cultura e civiltà
Antonio G. Bortoluzzi racconta il passato e le passioni fondamentali degli uomini.
Comitato di lettura Premio Italo Calvino
Bortoluzzi racconta con sofferente pietà e straordinario vigore espressivo la fine dolorosa di un’epoca di cui non tutto è da rimpiangere, ma di cui qualcosa avrebbe dovuto essere salvato.
Margherita Oggero
La scrittura quando è bella e accompagna una narrazione bella ha una qualità anche morale che va riconosciuta e amata perché ci permette di leggere la nostra vita e di difenderla dall’idea facile e devastante che ormai è troppo tardi, il mondo va così.
Mariapia Veladiano
La Montagna oggi è un gigantesco rompicapo. Solo storie autentiche come quelle raccontate con tatto e maestria da Antonio G. Bortoluzzi possono aiutarci a svelarne almeno in parte il mistero.
Paolo Costa, filosofo
Antonio G. Bortoluzzi è uno scrittore, non ci sono dubbi, ma soprattutto è un raro narratore che sa trarre materia di racconto dai fatti più semplici e quotidiani.
Mario Marchetti presidente del Premio Italo Calvino
Montagna madre raccoglie, in una versione riveduta e corretta, la Trilogia del Novecento di Antonio G. Bortoluzzi: Cronache dalla valle (2010), Vita e morte della montagna (2013), Paesi alti (2015), corredata di un’ampia introduzione e tre racconti inediti.
Edizioni Biblioteca dell’Immagine
Collana Inchiostro, settembre 2022, pp. 367