I bellunesi chiamano a volte bonariamente gli abitanti dell’Alpago “Pagot”, termine che sottolineerebbe una presunta “arretratezza”. Invece sono una spanna sopra tutti, e vi spiego il perché. L’Alpago è uno dei territori più belli della Provincia ma, soprattutto, è uno dei territori meglio tenuti e curati se non addirittura il meglio tenuto in assoluto. Prati, pascoli e boschi, ma anche paesi, il lago, sono curati e puliti come purtroppo non accade più in molte zone della Provincia. E molto merito va ai privati. E’ una delle zone dove si mangia meglio in assoluto, con numerosi ristoranti e agriturismo di qualità e con ben due ristoranti stellati di fama internazionale; l’eccellenza alimentare è testimoniata, oltre che da salumi e formaggi deliziosi, da prodotti come l’agnello dell’Alpago (presidio slowfood), i fagioli “mame d’Alpago”, i frutti di bosco e la trota.
Gli alpagoti hanno un vivo senso dell’ospitalità e stanno sviluppando soprattutto cultura e imprenditorialità turistica che, purtroppo, manca in altre zone della provincia, dove il turista è visto ancora come “un male necessario”. Il risultato è che è l’unico territorio della Provincia dove negli ultimi anni le presenze turistiche sono aumentate. Hanno un tesoro come il lago di Santa Croce e lo sanno sfruttare con pochi ma intelligenti investimenti; una bellezza naturale come il bosco e la piana del Cansiglio e la sanno curare e mantenere. Altro che “pagot”: sono più avanti di tanti capaci solo di lamentarsi e basta. Qualcuno poi dice che sono campanilisti, ma mentre altri continuano solo a parlarne (e in Sinistra Piave ne sappiamo qualcosa) loro hanno già fatto la fusione dei Comuni di Farra, Pieve e Puos d'Alpago, con innegabili vantaggi da molti punti di vista.
Non mancano neppure le eccellenze in campo artistico e letterario, pensiamo solo allo scrittore Antonio G. Bortoluzzi che ha prodotto romanzi e racconti di assoluta qualità letteraria. Di recente poi, quello che hanno fatto per la partenza della tappa dell’ultimo Giro Ciclistico d’Italia è stato eccezionale: un vero tripudio di rosa, un abbellimento senza pari del paese, una lunga festa dove tutti hanno collaborato senza riserve. Una signora intervistata dal TG3 mentre stava contribuendo agli addobbi, al giornalista che le chiedeva: appassionata di ciclismo, signora? Ha risposto con orgoglio: appassionata del mio paese! Che lezione. Viva l’Alpago e viva i Pagot.
Articolo di Giorgio Roncada pubblicato sul n° 497 del mensile L'Ombra della sinistra Piave, giugno 2016; per gentile concessione.
Giorgio Roncada, poeta dialettale e in lingua, è da sempre attivo nel panorama culturale e sociale di Limana (Belluno), collabora da 30 anni con il mensile della Sinistra Piave L'Ombra sul quale tiene una seguitissima rubrica d’opinione.